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Visualizzazione dei post da aprile, 2012
"Il tralcio, la foglia, il calice, sono fratelli viventi dell’ovale del cono dell’ellisse, del cerchio...”. Rudolph Borchardt,  “Il Giardiniere Appassionato” Le piante e gli elementi che le compongono sono dunque, nella loro essenza, riconducibili a sottili lamine e a forme plastiche immerse nello spazio tridimensionale. Il mio lavoro vuole suggerire proprio questa spazialità e, plasmando le forme organiche nella luce generatrice dei colori, suscitare il fascino misterioso che ogni pianta possiede, e che è possibile percepire osservando questi complessi organismi con partecipazione emotiva e desiderio di comprendere. A.T,

Rose Storiche Italiane

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Rosa "Vanessa", ibridatore Mansuino, 1973 acquerello su carta. Aurora Tazza
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Per generazioni artisti e studiosi si sono interrogati sul mistero della bellezza vegetale, individuando nelle piante complessi equilibri di forme, costanti regole di crescita, un’energia vitale che dà loro un aspetto sempre diverso e nuovo, nonostante il permanere di una logica strutturale perfetta. Culture di ogni tempo e luogo hanno riconosciuto nelle piante l’origine stessa della bellezza. Tale ricchezza e profondità di significati chiede all’artista una sorta di contemplazione attiva che consenta la resa delle infinite variazioni strutturali e cromatiche di piante, fiori e frutti e del loro particolare modo di crescere e svilupparsi nello spazio tridimensionale . The wonder of generations of artists and academics has settled on the mystery of plant beauty. In these complex life forms they see a balance of shapes, invariable rules of growth and a vital energy that gives them an ever-changing, new appearance despite their perfect structure logic. For cultures of every time

Rose Storiche Italiane

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Rosa "Clementina Carbonieri" ibridatore Bonfiglioli, 1913 acquerello su carta. Aurora Tazza Clementina Cionini Carbonieri. da "Francesco Carbonieri: la Belle Epoque nell'obiettivo di un amatore". Ex Ospedale Sant'Agostino, Modena 19 novembre - 29 gennaio 2012 Per gentile concessione del Fotomuseo G. Panini di Modena.