Hesperides dal giardino dell'Eden


Il Citrus x paradisi (Pompelmo)

Nome suggestivo per un frutto dalla sfericità quasi perfetta e dalla buccia liscia e omogenea che ne amplifica la luminosità, contrastando piacevolmente con il verde profondo del fogliame.
Assente per secoli dai codici botanici come dalle opere degli artisti, ignorato perfino da Bartolomeo Bimbi, che pure aveva dipinto per i Medici un numero considerevole di specie e varietà di agrumi, il Citrus x paradisi verrà raffigurato solo nel 1811 da Antoine Poiteau su commissione del conte Giorgio Gallesio, allora impegnato nella realizzazione del fondamentale "Traité du Citrus" e dell'Atlante Citrografico. La tavola, dipinta a gouache e matita su pergamena, reca il titolo altrettanto evocativo di "Pomo d'Adamo" o "Pompelmousse".

Locandina della mostra allestita presso il palazzo del Podestà di Pescia (PT) nell'ormai lontano 2006, a cura dei Prof Baldini e Tosi. Vi furono esposte le 32 splendide tavole commissionate dal Gallesio ad artisti francesi e italiani: Antoine Poiteau, François Turpin, Domenico e Francesca Del Pino, Rachele Cioni e Isabella Bozzolini. In quella occasione fu esposta anche la collezione delle mie tavole di agrumi ad acquerello, grafite e punta d'argento.

Resta l'incertezza delle origini di questa Rutacea, probabilmente sconosciuta per molti secoli agli europei, ma, secondo taluni, già nota agli Arabi nel Medioevo.
Dal punto di vista genetico, per alcuni autori, il pompelmo sarebbe un incrocio fra l'arancio dolce (C. sinensis) e il pomelo (C. maxima), per altri consisterebbe nella mutazione di quest'ultimo. Soltanto dal 1830, anno in cui la Florida ne sviluppò il monopolio, lo si è distinto dal C. maxima con la denominazione di Citrus paradisi, mutata poi, nel 1950, in quella attuale di Citrus x paradisi. 
A.T.
Citrus x paradisi
acquerello su carta, Aurora Tazza
collezione privata

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