Le piante dei Magi a Palazzo Medici Riccardi

Dopo un prolungato periodo di assenza, torno su queste pagine, nel giorno dell'Epifania, con qualche breve riflessione sul celebre e fiabesco corteo dei Magi affrescato da Benozzo Gozzoli nella cappella di Palazzo Medici Riccardi, a Firenze.
L'opera, commissionata da Piero il Gottoso e risalente al 1459, è composta da una sequenza di immagini di grande complessità, organizzate secondo molteplici piani prospettici e caratterizzate da raffinati cromatismi e particolare finezza dei dettagli.
La magnifica cavalcata che da Gerusalemme, la città fortificata dipinta sulla parete orientale della cappella, si dirige verso Betlemme, possiede però un doppio livello di lettura, rappresentando anche e soprattutto, la celebrazione della famiglia de' Medici e delle sue conquiste politiche. All'evento straordinario sono chiamati a partecipare pubblicamente illustri invitati, che rendono omaggio alla famiglia sfilando secondo modalità ed usanze proprie della Firenze del quattrocento.
L'opera offre naturalmente innumerevoli spunti di ricerca: dallo studio dei ritratti di principi e uomini illustri, alle simbologie legate agli oggetti inanimati, ai colori e agli elementi decorativi degli abiti, così come alle creature del regno animale, addomesticate e selvatiche, che popolano il corteo, le campagne ed i cieli che sovrastano la scena.

Melchiorre (a sinistra)
 

Ad interessare e sorprendere c'è anche la grande varietà di specie vegetali che disegnano elegantemente il paesaggio toscano nel quale si muove il corteggio regale (riportiamo in calce, sperando di far cosa gradita, un cenno memorabile di Emilio Sereni sulla bellezza del paesaggio toscano)*.
 
 
 
 
La flora è resa con grande cura naturalistica e con uguale nitidezza al variare delle profondità, conservando, nella stilizzazione geometrizzante di alcune specie arboree, un carattere fiabesco coerente con il clima generale dell'opera.
Ad una osservazione più attenta, ci si accorge poi che alcune delle essenze affrescate sono poste in posizione privilegiata rispetto alle altre, costituendo una sorta di cerniera fra i primi piani in cui si snoda la parte più fastosa del corteo e il paesaggio campestre di fondo.
Alberi di aranci e palme, collocate quest'ultime in riparate cavità rocciose, segnano il passaggio lento e solenne del re Gaspare e del suo sontuoso seguito, evocando esse stesse atmosfere e preziosità delle terre da cui provengono i tre re e dandoci un'ulteriore conferma del valore di pregevole rarità esotica attribuito, a quel tempo, alle piante di agrumi.
  

Gaspare
 

 
 
 

Troviamo anche esemplari della flora mediterranea quali cipressi, pini, allori, alberi da frutto e cespugli di pallide rose alba e rosse galliche che, con il verde del fogliame, evocano i colori delle virtù teologali, fede, speranza e carità, colori di cui sono vestiti gli stessi re.
 
 
 
 
Si comprende, dunque, come la scelta di questi elementi vegetali, collocati in prossimità del corteo, non fu certamente dettata soltanto da esigenze decorative, ma piuttosto dalla necessità di attuare colti rimandi simbolici, legati alle personalità e ai ruoli pubblici dei principi e degli eminenti uomini politici che presero parte a questa splendida apoteosi visiva della famiglia de' Medici.
AuT

*"(...). Della bella, intricata, fastosa complessità del paesaggio toscano, per intanto, ques'opera di bellezza sembra darci già l'espressione culminante. Siamo al limite - estetico e storico - della individuale spontaneità (per educata e scaltrita ch'essa sia) nell'elaborazione del paesaggio.(...)"
da: "Storia del paesaggio agrario italiano"
Emilio Sereni. Laterza, 1961.
 
 
Baldassarre

 
Per la bibliografia e una dettagliata documentazione iconografica dell'opera, si rimanda al sito della Mediateca di Palazzo Medici Riccardi.

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